Innovare la UX di software Enterprise può essere più semplice?

Il metodo del Co-Design testato sul campo
Nel mondo del software Enterprise, innovare l’esperienza utente non è mai stato semplice. Interfacce obsolete, cicli di sviluppo infiniti e budget limitati sono problemi ben noti a chiunque si sia trovato a progettare o riprogettare software complessi.
In questi ultimi anni, noi di Moze abbiamo lavorato a numerosi progetti UX di software Business ed Enterprise, collaborando con aziende di diversi settori. Da questa esperienza è nato il nostro metodo, basato sul Co-Design.

Un modo diverso — più efficace e realmente collaborativo — per affrontare la complessità, ridurre il rischio di progettare soluzioni inefficaci e sviluppare solo ciò che è davvero utile.
Il segreto? Superare la classica dinamica cliente-fornitore e lavorare insieme, fianco a fianco, con il cliente e con le persone che useranno il software.
Ne parliamo in questo articolo.
Da dove nasce il bisogno di innovare la UX?
Ma facciamo un passo indietro, per capire prima di tutto quali sono le motivazioni ricorrenti che spingono le aziende verso un ripensamento della UX:
- Perdita di competitività: i clienti iniziano a preferire alternative con interfacce più moderne, anche se tecnicamente inferiori.
- Necessità di aggiornamenti tecnologici: la manutenzione di codice obsoleto diventa il momento ideale per rivedere anche l’esperienza utente.
- Inefficienze operative: interfacce frammentate e complesse rallentano il lavoro quotidiano degli utenti, generando errori e insoddisfazione.
I limiti dei processi tradizionali
La collaborazione tradizionale tra business e design, prevede lunghi mesi di progettazione e sviluppo, con un coinvolgimento limitato del cliente e nessun confronto reale con gli utenti. Spesso il risultato finale è un’interfaccia visivamente più curata, ma inefficace sul piano operativo, che spesso viene ignorata dagli utenti o rimpiazzata da soluzioni alternative come Excel.
La proposta: il metodo del Co-Design
Per superare questi limiti, in Moze abbiamo sviluppato un approccio radicalmente diverso, basato sul Co-Design. Questo metodo prevede la creazione di un unico team operativo, composto da designer, stakeholder aziendali e utenti finali, che collaborano attivamente in cicli brevi e iterativi.
Il processo si articola in tre fasi principali:
1. Analisi condivisa
Si parte con interviste agli stakeholder e analisi delle funzionalità esistenti. Attraverso strumenti visuali come la User Story Mapping e il Service Blueprint, si costruisce una visione comune del software e dei processi aziendali. Le interviste agli utenti permettono di individuare problemi reali e opportunità concrete.
Esempio: in un progetto per un’azienda che gestisce case vacanza, l’intervista agli operatori ha rivelato l’abitudine di stampare tabelle per aggiungere annotazioni a mano. Questo ha indirizzato chiaramente la priorità delle funzionalità da sviluppare.
2. Design System e prototipazione rapida
Sviluppato un Design System minimo, coerente con le tecnologie adottate (es. React, Material UI), si procede alla prototipazione. I prototipi interattivi vengono testati con gli utenti in cicli brevi, per validare o correggere rapidamente le scelte progettuali.
Il vantaggio? Correggere in fase di prototipo è economico. Inoltre, il design può evolvere mentre lo sviluppo procede in parallelo.
3. Design definitivo e passaggio di consegne
Conclusa la validazione, si produce il design completo e si affianca il team di sviluppo nel passaggio di consegne. Oltre ai deliverable, viene trasmesso un metodo di lavoro che rende il team del cliente autonomo nella futura evoluzione del software.
Un approccio flessibile e mirato
Il Co-Design si adatta al contesto specifico: progetti più strutturati richiedono Design System documentati in dettaglio, mentre altri traggono vantaggio da una versione minima. In ogni caso, il principio guida è sempre lo stesso: fare solo ciò che serve, e farlo al meglio.